Paolo Grassino – SULLA LINEA

Il 18 dicembre inaugura presso la Galleria Basile Contemporary la mostra personale di Paolo Grassino dal titolo “Sulla linea” a cura di Alberto Dambruoso. In mostra saranno presentate alcune opere di una nuova e recente fase di ricerca dell’artista torinese: un’installazione ambientale posta al centro dello spazio espositivo, due sculture e tre disegni posizionati invece a parete.
Sono opere potenti che catturano immediatamente lo sguardo dell’osservatore. Sono sculture che portano lo spettatore a riflettere sulla fragilità della condizione umana e contemporaneamente sulle derive sociopolitiche della società.
Dei piumini, solo all’apparenza leggeri, riescono a tenere in piedi, andando contro le leggi della fisica, delle pesanti lastre di vetro. Questi piumini racchiudono dei corpi invisibili di cui si possono riconoscere solamente delle masse inermi. Corpi come se ne vedono tanti buttati a terra nelle strade di tante, troppe, città del mondo. Gente abbandonata, specchio di una società alla deriva.
Ma è questa visione sospesa, seppur all’interno di una condizione di grande crudezza, che li rende leggeri.
Scrive a tal proposito l’artista: “Tutto appare come una scena vista da lontano, un’allucinazione tangibile, sensuale, immediata o meglio alienata. Queste figure, sebbene mai viste prima, emergono in modo potente, come realtà ben note, familiari e concrete, come improbabilità presenti fisicamente e materialmente possibili”. Da sempre Grassino opera sugli opposti e così ciò che può essere in natura leggero egli lo trasforma in pesante, mentre il pensiero “SULLA LINEA” subisce spesso il processo opposto e da una dimensione di cupezza egli riesce a trasformala in una visione poetica, leggera. Di fatto il piumino è tutt’altro che leggero in quanto è composto totalmente da cemento. Ma è proprio qui che agisce l’artista: in questa falsa apparenza capace di generare degli interrogativi come quello che porta a chiedersi come facciano a stare in equilibrio delle lastre di vetro.
Il vetro ritorna anche come materiale costitutivo delle due sculture poste a parete, ma a differenza dell’installazione posta al centro della galleria, i vetri qui sono stati frantumanti e alcune schegge sono finite sulla schiena di due corpi umani. La visione qui è altamente poetica anche perché è proprio da un verso di una nota poesia di Montale che proviene: “Meriggiare pallido e assorto” “E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com’è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia”. Grassino è riuscito con queste opere a rendere visibile una delle cose più ineffabili che vi possano essere quale può essere un verso poetico, evidenziando ancora una volta la sua grande sensibilità e allo stesso tempo la sua grande forza immaginifica.

Alberto Dambruoso